Comunicare al proprio figlio che ci si sta separando non è facile, ma è necessario per permettere un’elaborazione equilibrata ad un cambiamento così delicato; il bambino dovrà riadattarsi a questa nuova situazione che il più delle volte non prevede una riconciliazione da parte dei suoi genitori.
Quale linguaggio, quali parole usare?
Naturalmente la comunicazione di questo evento dovrà tener conto dell’età del bambino e del suo grado di sviluppo psicologico.
Per bambini piccoli bisogna usare un linguaggio semplice : “mamma è papà abiteranno in due case diverse”.
Man mano che si sale con l’età, si può comunicare in maniera più articolata e complessa. In ogni caso non bisogna mai parlare delle dinamiche di coppia che sottostanno alla separazione per evitare successivi schieramenti per uno o per l’altro genitore da parte dei figli.
Nei bambini di 3-4 anni l’allontanamento di un genitore ha il significato fantastico di aver commesso qualcosa di cattivo e di essere quindi responsabili della separazione.
Se un genitore non è più con lui, la sua conclusione è che non gli voglia più bene. In questi casi quindi è molto importante che si specifichi che questa nuova organizzazione è solo per decisione dei genitori, che il sentimento nei suoi confronti sarà ancora più vivo, e che tutto questo non è causato da lui, ma dal volere dei suoi genitori che continueranno a volersi bene anche se non dormiranno più sotto lo stesso tetto.
Nei bambini di 5-6 anni la fantasia si esprime nel senso di aver fatto qualcosa che ha determinato un conflitto tra padre e madre e quindi ha determinato l’evento della separazione. Anche in questo caso è importante spiegare che dal momento in cui i genitori non staranno più insieme o non saranno più sposati, il bene sarà preservato sempre e che la causa di questa separazione non è mai dipesa da un comportamento del figlio.
Se il bambino o la bambina mostrano interesse a capire cosa è accaduto, sarà utile spiegare senza colpevolizzare nessuno, che i suoi genitori non riescono più ad amarsi come prima, a fare cose insieme tra loro due che siano di soddisfazione e che saranno più felici da soli.
Nei bambini di 8-12 anni vi è l’inizio di distinzione tra sé e i rapporti relazionali genitoriali: pensano che i genitori, fra loro, non hanno più interesse a stare insieme e che sono cambiati i sentimenti.
In questa età è più semplice comunicare un cambiamento del genere e si potrà essere certamente più diretti e disposti ad approfondire le questioni, cercando sempre di parlare dell’altro con molto rispetto e considerazione.
Nell’adolescenza la tendenza sarà quella di spostare, come per difesa, le energie e le attenzioni al di fuori della famiglia, cercando di ignorare questo cambiamento, e di cercare stabilità in altro, con il rischio però di farsi travolgere da tutto ciò che avviene nel bene e nel male.
E’ quindi importante che entrambi i genitori trovino modo e tempo di parlare, chiarire e affrontare la questione degli affetti e quella tempesta emotiva che si può nascondere dietro un’apparente calma, o un’evidente ribellione.
In questa fase aprirsi e descrivere i sentimenti di ognuno rispetto a ciò che accade sarà di per sé liberatorio e permetterà pian piano di creare uno scambio affettivo sincero tra tutte le parti. E’ chiaro che tutto questo vuole tempi lunghi e molta pazienza.
Le situazioni inizialmente più difficili, a causa dell’alto livello di conflittualità, necessitano di grande capacità di scindere le questioni inerenti la coppia da quelle riguardanti i propri figli e di trovare modo e tempi adeguati, magari con l’aiuto di un esperto in separazione, di comunicare e sostenere i bambini che si trovano ad affrontare il cambiamento che può dunque essere se non indolore quantomeno non dirompente e ben gestito.
Dr.sa Galli Maria Grazia
Consulente e mediatore familiare
Studio Cspp -Vimercate (MB)
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