Il nome: un patrimonio della propria identità

Quando si desidera un figlio spesso si fantastica anche sul nome che gli si vorrebbe dare. Ma quando si accoglie un bambino attraverso l’adozione, il nome è già presente, perché il bambino non comincia a vivere in quell’istante, ma ha già una sua storia.

Il nome appunto è la storia del bambino, racconta la sua origine, gli appartiene, spesso è l’unica cosa che lui può portare con sé del suo mondo, del suo patrimonio culturale e biologico.

Dunque perché cambiare il nome al bambino se questo è così importante?

Spesso la decisione di cambiare il nome può derivare da una difficoltà ad accettare il bambino integralmente, con tutto il suo passato e da un’inconsapevole desiderio di eliminare una storia  di cui non si è stati partecipi.

Ma un figlio ci chiede compartecipazione, non negazione,  accoglimento totale e autentico. Un figlio giunge per essere amato, non per diventare l’immagine del sogno dell’adulto.

Il nome ci rappresenta e ci offre il senso di continuità all’interno di una storia, con la quale è necessario sempre raccordarsi.

 Dott.ssa Maria Elisabetta Rigobello 

Psicologa/Psicoterapeuta

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